Esiste uno spazio bianco tra le pieghe delle ombre con cui la vita di un uomo può sporcare una personalità.
Molte sono state le macchie che hanno tentato di rovinare la tela creativa di Simone Pasini, ma la sua prima testimonianza di artista è stata quella di trasformarle in forme e profili nuovi.Come i suoi tatuaggi sulla pelle, come i suoi disegni e le sue ispirazioni.Prove di un cammino in continua evoluzione e di uno stile ancora acerbo che porta con sè un bagaglio già ricco di personalità.Il gioco dei colpi sotto la cintura, sono un comun denominatore anche dei semplici soggetti a cui semplicemente si accinge per una copia. Ovviamente mai fedele nè logica.Trascendere per esprimere, raccogliere la china accennata di una testa per stimolare a un incontro di idee.Il passo di questo nuovo artista è appena iniziato, ma il suo viaggio è incerto e tutto da scoprire.In ogni ombra, c' è sempre un nuovo spazio bianco su cui incidere la propria traccia...
WELCOME!!!!!
WELCOME!!!!
With this new Blog I want to take you with me and introduce you to my new artistic journey as a young illustrator and painter.
I really hope you will share this experience with me and let me have your impressions, both positive and negative, on my work.
Feel free to share any advice and opinion, which could help me improve in my new passion.
I think that a few moments of your time, or a simple “Like”, may be valuable to my creative evolution.
...take a look and enjoy!
Benvenuti !!!
BENVENUTI!!!!!Questo è il mio nuovo Blog, con il quale, a voi nuovi visitatori, mi presento con il mio giovane percorso di disegnatore/pittore e poeta.Un esperienza che spero abbiate voglia, ad oggi, di condividere con me.Mi farebbe piacere avere le vostre opinioni, sia positive che negative.Consigli ed opinioni, al fine di trasformarli in evoluzione, di questa mia nuova passione :-) .Sono sicuro che pochi attimi del vostro tempo, anche per un semplice “mi piace” , potranno essere preziosi per il mio percorso creativo.Buona visione e mi auguro…buon viaggio
mercoledì 30 aprile 2014
giovedì 24 aprile 2014
mercoledì 23 aprile 2014
Edward Hopper
Edward Hopper è stato un pittore statunitense famoso soprattutto per i
suoi ritratti della solitudine nella vita americana contemporanea.
Hopper nacque a Nyack piccola cittadina nel sud-est dello stato di New York.
I suoi genitori, Garret Henry ed Elisabeth Griffiths Smith, provenivano dalla colta borghesia angloamericana. Già dall'età di cinque anni Edward Hopper dimostrava una spiccata abilità nel disegno.
I suoi genitori, scoperta questa dote, lo incoraggiarono facendogli leggere riviste e libri sull'arte.
Nel 1895 dipinse il suo primo quadro dove mostrava particolare interesse verso le navi e tutto ciò che è legato ad esse.
Nel 1899 seguì un corso per corrispondenza presso la New York School of Illustrating.
Hopper utilizzò composizioni e tagli fotografici simili a quelli degli impressionisti che aveva visto dal vero a Parigi, ma di fatto il suo stile fu personalissimo e imitato a sua volta da cineasti e fotografi.
La pittura di Hopper predilige architetture nel paesaggio, strade di città, interni di case, di uffici, di teatri e di locali.
Le immagini hanno colori brillanti ma non trasmettono vivacità, gli spazi sono reali ma in essi c'è qualcosa di metafisico che comunica allo spettatore un forte senso di inquietudine.
Non a caso André Breton, nel suo esilio a New York, lo accostava a De Chirico.
La composizione dei quadri è talora geometrizzante, sofisticato il gioco delle luci fredde, taglienti e volutamente "artificiali", sintetici i dettagli.
La scena è spesso deserta, immersa nel silenzio; raramente vi è più di una figura umana, e quando ve ne è più di una, sembra emergere una drammatica estraneità e incomunicabilità tra i soggetti. La direzione dei loro sguardi o i loro atteggiamenti spesso "escono dal confine del quadro", nel senso che si rivolgono a qualcosa che lo spettatore non vede. Di lui è stato detto che sapeva "dipingere il silenzio".
Particolare spazio nelle sue opere trovano le figure femminili. Cariche di significato simbolico, assorte nei loro pensieri, con lo sguardo perduto nel vuoto o nella lettura, si offrono spesso seminude ai raggi del sole trasmettendo solitudine, attesa, inaccessibilità.
Una dimensione psicoanalitica che ha permesso di interpretare meglio le emozioni dell'artista.
Hopper nacque a Nyack piccola cittadina nel sud-est dello stato di New York.
I suoi genitori, Garret Henry ed Elisabeth Griffiths Smith, provenivano dalla colta borghesia angloamericana. Già dall'età di cinque anni Edward Hopper dimostrava una spiccata abilità nel disegno.
I suoi genitori, scoperta questa dote, lo incoraggiarono facendogli leggere riviste e libri sull'arte.
Nel 1895 dipinse il suo primo quadro dove mostrava particolare interesse verso le navi e tutto ciò che è legato ad esse.
Nel 1899 seguì un corso per corrispondenza presso la New York School of Illustrating.
Hopper utilizzò composizioni e tagli fotografici simili a quelli degli impressionisti che aveva visto dal vero a Parigi, ma di fatto il suo stile fu personalissimo e imitato a sua volta da cineasti e fotografi.
La pittura di Hopper predilige architetture nel paesaggio, strade di città, interni di case, di uffici, di teatri e di locali.
Le immagini hanno colori brillanti ma non trasmettono vivacità, gli spazi sono reali ma in essi c'è qualcosa di metafisico che comunica allo spettatore un forte senso di inquietudine.
Non a caso André Breton, nel suo esilio a New York, lo accostava a De Chirico.
La composizione dei quadri è talora geometrizzante, sofisticato il gioco delle luci fredde, taglienti e volutamente "artificiali", sintetici i dettagli.
La scena è spesso deserta, immersa nel silenzio; raramente vi è più di una figura umana, e quando ve ne è più di una, sembra emergere una drammatica estraneità e incomunicabilità tra i soggetti. La direzione dei loro sguardi o i loro atteggiamenti spesso "escono dal confine del quadro", nel senso che si rivolgono a qualcosa che lo spettatore non vede. Di lui è stato detto che sapeva "dipingere il silenzio".
Particolare spazio nelle sue opere trovano le figure femminili. Cariche di significato simbolico, assorte nei loro pensieri, con lo sguardo perduto nel vuoto o nella lettura, si offrono spesso seminude ai raggi del sole trasmettendo solitudine, attesa, inaccessibilità.
Una dimensione psicoanalitica che ha permesso di interpretare meglio le emozioni dell'artista.
![]() |
Le Bistro or The Wine Shop (1909) |
![]() |
Summer Interior (1909) |
![]() |
Girl at Sewing Machine |
![]() |
New York Restaurant |
![]() |
Nighthawks (I nottambuli) (1942) |
Etichette:
acquarello,
Edward,
Girl at Sewing Machine,
Hopper,
Le Bistro or The Wine Shop,
New York Restaurant,
Nighthawks,
nottambuli,
pittura,
silenzio,
Summer Interior,
watercolor
giovedì 17 aprile 2014
L'arte nel blu: Thomas Lamadieu disegna tra i palazzi la sua Sky Art
Le illustrazioni di Thomas Lamadieu sono incastonate tra i
palazzi.
La sua serie, Sky Art, si arricchisce costantemente. I protagonisti prendono forma grazie all'immaginazione dell'autore e si collocano in porzioni di cielo delimitate da edifici, dando vita a scenette surreali e divertenti.
La sua serie, Sky Art, si arricchisce costantemente. I protagonisti prendono forma grazie all'immaginazione dell'autore e si collocano in porzioni di cielo delimitate da edifici, dando vita a scenette surreali e divertenti.
martedì 15 aprile 2014
Amanti al cellulare - Mobile Lovers
![]() |
Mobile Lovers |
![]() |
Mobile Lovers |
Banksy ha svelato, sul suo sito ufficiale, due nuove opere che come al
solito fanno riflettere sulla condizione umana.
I suoi "mobile lovers", "amanti
al cellulare", sono uno specchio delle relazioni moderne: una volta si
incrociavano i calici per brindare e guardarsi negli occhi, oggi ci si abbraccia
e nel frattempo si sbircia il display del proprio smartphone.
L'opera è stata
realizzata con ogni probabilità in Inghilterra, dove nelle ultime ore - a
Cheltenham - è stato avvistato un altro lavoro attribuibile allo street artist
inglese: un team di spie dipinto vicino a una cabina telefonica, ispirato dal
recente datagate in cui è stata coinvolta l'agenzia di intelligence britannica.
Non molto lontano dal graffito, infatti, c'è il Quartier generale del governo
per le comunicazioni inglese.
(a cura di Pier Luigi Pisa)
(a cura di Pier Luigi Pisa)
È uno dei maggiori esponenti della street art.
E' cresciuto a Bristol. Le sue opere sono spesso a sfondo satirico e riguardano argomenti come la politica, la cultura e l'etica.
La tecnica che preferisce per i suoi lavori di guerrilla art è da sempre lo stencil che, proprio con Banksy, è arrivato a riscuotere un successo sempre maggiore presso street artist di tutto il mondo.
I suoi stencil hanno cominciato ad apparire proprio a Bristol, poi a Londra, in particolare nelle zone a nordest e a seguire nelle maggiori capitali europee, notevolmente non solo sui muri delle strade, ma anche nei posti più impensati come le gabbie dello zoo di Barcellona.
"Alcune persone diventano dei poliziotti perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore. Alcune diventano vandali perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore da vedere" (Banksy)
![]() |
Dipinto di Banksy realizzato sulla Iraeli West Bank Barrier nel 2005 |
![]() |
Parete di Park Street a Bristol |
Etichette:
amanti,
Banksy,
cellulare,
graffiti,
Holy death,
Israeli West Bank Barrier,
mobile lovers,
Park Street,
phone,
smartphone,
street art
giovedì 10 aprile 2014
San Sebastiano
![]() |
21 x 29,7 Inchiostro su carta |
San Sebastiano è stato un militare romano, martire per aver sostenuto la fede cristiana; venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa Cristiana Ortodossa, è oggetto di un culto antichissimo e diffuso in tutte le Chiese cristiane.
San Sebastiano viene raffigurato solitamente come un giovane nudo, trafitto da frecce.
La leggenda del soldato martire dal corpo efebico e glabro ha interessato pittori e scultori di ogni era, il che ha portato a concentrare gli artisti sull'iconografia del santo nudo dalla bella anatomia a discapito di quella del militare maturo. Il santo era tra l'altro una delle poche figure nude che avevano il diritto di stare in una chiesa.
La rappresentazione più antica del santo è nel mosaico della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna, datato tra 527 e il 565. La parete laterale sulla destra contiene grandi mosaici che raffigurano la processione di 26 martiri, condotta da san Martino e presieduta, tra gli altri, dallo stesso Sebastiano, ma i martiri sono rappresentati nello stile bizantino e non sono individualizzati, per cui hanno un'espressione identica.
Un'altra raffigurazione antica di Sebastiano è in un mosaico nella Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, che si fa risalire al 682 e rappresenta un uomo barbuto rivestito da un'armatura ma che non reca l'attributo della freccia.
Il soggetto del santo ignudo e disteso dal viso languido risanato dopo il martirio da un gruppo di pie donne riscuote particolare fortuna nella pittura del XVII secolo, con schizzi di luce irradiati da una candela che rischiarano il corpo incorrotto del soldato, in lotta tra la vita e la morte, in una scena notturna e intima. Testimoniano gli effetti luminosi che si dipanano sul corpo nudo del santo gli esempi di Georges de La Tour e Jusepe de Ribera.
Etichette:
arte,
arte religiosa,
bianco e nero,
disegno,
frecce,
ink,
martire,
Saint,
Saint Sebastian,
San Sebastiano,
Sebastiano,
stabilo
Ubicazione:
Milano, Italia
giovedì 3 aprile 2014
martedì 1 aprile 2014
Donne e tattoo: un tabù duro a morire
Oggi dire tatuaggio è un po’ come dire moda, o quantomeno tendenza.
Ma non sempre è stato così, soprattutto se quell’inchiostro sotto pelle è declinato al femminile.
Nel passato la cultura giudaico-cristiana ha relegato l’uso prima e la storia poi del tatuaggio alla clandestinità arricchendola inevitabilmente di nuovi significati simbolici e valori di opposizione e negazione dell’ordine sociale.
Ad aggiungersi a questa censura ce n’era un’altra: l’enorme tabù del corpo femminile.
Fatta la somma si intuisce immediatamente come il rapporto fra donne e tatuaggio sia stato, e per certi versi sia ancora, un storia segreta di sovversione.
Parole che si ritrovano appunto nel titolo del volume 'Corpi sovversivi' (donna e tatuaggio una storia segreta) (ed. Ultra, pp.212.).
L’autrice Margot Mifflin, professoressa associata alla City University di New York, attraverso oltre 200 immagini potenti e poetiche, fa incontrare al lettore donne tatuate e tatuatrici di tutte le epoche e condizioni. Così circensi e galeotte, mistiche e rockstar, artiste borderline e insospettabili professioniste finiscono sulle pagine di questo libro accomunate tutte dalla stessa voglia, necessità o vezzo: raccontarsi sulla pelle.
O meglio sotto pelle.
di Nicola Perilli
Iscriviti a:
Post (Atom)