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21 x 29,7 Inchiostro su carta |
San Sebastiano è stato un militare romano, martire per aver sostenuto la fede cristiana; venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa Cristiana Ortodossa, è oggetto di un culto antichissimo e diffuso in tutte le Chiese cristiane.
San Sebastiano viene raffigurato solitamente come un giovane nudo, trafitto da frecce.
La leggenda del soldato martire dal corpo efebico e glabro ha interessato pittori e scultori di ogni era, il che ha portato a concentrare gli artisti sull'iconografia del santo nudo dalla bella anatomia a discapito di quella del militare maturo. Il santo era tra l'altro una delle poche figure nude che avevano il diritto di stare in una chiesa.
La rappresentazione più antica del santo è nel mosaico della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna, datato tra 527 e il 565. La parete laterale sulla destra contiene grandi mosaici che raffigurano la processione di 26 martiri, condotta da san Martino e presieduta, tra gli altri, dallo stesso Sebastiano, ma i martiri sono rappresentati nello stile bizantino e non sono individualizzati, per cui hanno un'espressione identica.
Un'altra raffigurazione antica di Sebastiano è in un mosaico nella Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, che si fa risalire al 682 e rappresenta un uomo barbuto rivestito da un'armatura ma che non reca l'attributo della freccia.
Il soggetto del santo ignudo e disteso dal viso languido risanato dopo il martirio da un gruppo di pie donne riscuote particolare fortuna nella pittura del XVII secolo, con schizzi di luce irradiati da una candela che rischiarano il corpo incorrotto del soldato, in lotta tra la vita e la morte, in una scena notturna e intima. Testimoniano gli effetti luminosi che si dipanano sul corpo nudo del santo gli esempi di Georges de La Tour e Jusepe de Ribera.
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