Passiamo tutta la vita a cercare di imporci sugli altri e cercando
di superare infinite sfide, ma, contro
chi è la sfida più grande?
E' contro noi stessi! Contro il nostro “IO”.
Sin dall'antichità l'uomo immagina il suo corpo fisico come
una specie di "guscio/veicolo" e il pilota du questo nostro veicolo è
una sorta di energia denominata ANIMA.
Socrate fu il primo ad introdurre il concetto di ANIMA.
Come nei VEDA indiani l'Anima sarebbe la sede della
conoscenza, dell'intelletto e della verità e noi, dovremmo prendercene cura.
Per Aristotele l'Anima sarebbe indivisibile dal corpo
fisico, dando vita ad esso ma disgregandosi con la fine della vita stessa.
Per Platone l'Anima è eterna e può dare il meglio di se,
solo, al di fuori della sua custodia
"il corpo fisico".
Vediamo quindi l'Anima come un concetto di verità e purezza e
non religioso.
Noi siamo legati a essa indissolubilmente e dovremmo nutrirla,
con emozioni, conoscenza e curandola al meglio delle nostre possibilità.
Sappiamo tutti però, che la vita è ingiusta, crudele, e quanto
ci faccia soffrire.
Un solco sul nostro corpo causa dolore fisico, poco o tanto
che sia, che siamo in grado di percepire e vedere, al contrario, i segni di
tutte quelle cicatrice e ferite che
portiamo dentro dove vanno a finire?
Finiscono inevitabilmente sulla nostra Anima.
Col tempo tornano alla luce tutti i nostri più grandi
drammi.
Sofferenze che credevamo sopite, e le ingiustizie ricevute nella
vita.
Niente è peggio della solitudine non scelta.
Spesso è quasi impossibile non rimembrare le nostre
sofferenze personali come in un flashback.
Ciò che passa non si dimentica MAI REALMENTE.
Ogni singolo accadimento, lascia una ferita, che modificherà
il nostro modo di essere.
Tutto il male che credevamo superato e dimenticato, prima o
poi riaffiora, riemerge, finendo per abbatterci.
Cerchiamo sempre di ritrovare la felicità dove l'abbiamo
persa.
Non sempre viviamo nel giusto, e inevitabilmente finiamo per
farci del male.
Ma cosa accade quindi alla nostra ANIMA? L'anima si ricopre
di ferite, causate dai nostri traumi.
Stufa e sofferente a causa dei nostri comportamenti e di
ogni volta che le nostre mancanze sono ricadute su di lei.
Socrate diceva di prendersi cura della propria Anima, cosa
che ovviamente noi non facciamo, altrimenti non la feriremmo.
Dobbiamo prenderci cura di noi stessi.
Dobbiamo capire cosa vogliamo veramente, perseguire quel che
ci rende felici ed abbandonare tutto ciò che ci uccide lentamente, siano
persone o cose.
Dobbiamo perseguire la felicità ed essere in pace con noi
stessi.
Il peso delle nostre sofferenze ricade sempre sull'ANIMA,
che prima o poi ci chiederà il conto per ciò che le facciamo subire.
Nulla si dimentica mai veramente finendo nell'inconscio.
Rifuggiamo le sofferenze.
Spesso chi affonda i colpi più profondi su di noi sono le
persone a noi più vicine o più fidate.
La nostra colpa? Ingenuità o troppa bontà?
Dovremmo evitare l'attaccamento al passato , conta solo il
presente.
E' giusto abbandonare la nave quando affonda, non ha senso
restare a bordo aspettando l'inevitabile se la stessa continua ad imbarcare
acqua.
L'Anima ne avrà abbastanza prima o poi non soprassederà in
eterno.
Prendiamo consapevolezza di tutti i nostri errori e del
nostro destino.
Non ci prendiamo correttamente cura di noi, ergo della
nostra Anima.
Fallimento? O c'è ancora tempo per rimediare?
Fatevi del bene.
Supererete tutto, in quanto non esiste nulla in grado di
abbattervi definitivamente anche perché è dai più grandi dolori avvengono le
più grandi mutazioni.
Non c'è vita senza sofferenza, ma possiamo darle meno peso,
lottando quando ne vale la pena ma soprattutto arrendendosi quando inevitabile.
Non si può sempre vincere (è solo una deviazione della
nostra società).
Fate in modo che la vostra Anima non cerchi mai vendetta e
venga a farvela pagare, gratificandola il più possibile quando possibile.
Stringete i denti e correte verso la luce, a costo di
diventare voi stessi quella luce.
Illuminatevi piuttosto.