Di legno scadente costruito,
un liuto il menestrello suona ardito.
Messere due fiorini ed il vostro nome,
venite sentite, vi arpeggio una canzone.
Vestito da giullare dal re a lui va a cantare,
la triste sua giornata lui deve far svoltare.
Sia mai che al suo monarca lui possa non piacere,
perché se gira male lo fanno de-collare.
Ma tanto lui imperterrito continua ad arpeggiare,
soltanto con la musica a volte può mangiare.
Questa è la storia triste che vengo a raccontare
di un menestrello buffo che, ormai muto, l’ultima canzone mi dedicò.
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